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Omelia del Mercoledì dell'Ottava di Pasqua

Continua nel terzo giorno dell’ottava di Pasqua questo doppio cammino: quello della chiesa, la chiesa nascente dopo la Pentecoste che vive la resurrezione di Gesù e vive la sua presenza, e il cammino del Vangelo che ci riporta invece a quei primi indimenticabili incontri di Gesù risorto con i suoi discepoli.

Pietro e Giovanni vanno al tempio e donano a questo povero storpio che è sulla porta del tempio a chiedere l’elemosina quello che hanno, la forza di Gesù, la presenza di Gesù. Gesù continua a guarire i malati e a aprire il cuore alla speranza attraverso la chiesa. “Nel nome di Cristo alzati e cammina”: gli apostoli sperimentano questa presenza di Gesù perché attraverso di loro egli continua a operare e a portare salvezza.

Ecco, la chiesa si accosta alle ferite dell’umanità e porta il tesoro più grande che ha, la forza di Gesù risorto che guarisce, che salva e riapre alla speranza.

Nel racconto del vangelo abbiamo questo camminare di Gesù accanto ai discepoli scoraggiati: ieri al pianto di Maria “donna, perché piangi? Chi cerchi?”, oggi accanto a questa fede fragile, debole, quella di questi discepoli che speravano, che erano rimasti delusi. Gesù non accosta a chi è troppo sicuro di sé, Gesù si accosta alle nostre fragilità.

E quando i loro occhi si aprono rivedendo quel gesto che Gesù aveva fatto pochi giorni prima nel Giovedì Santo, ecco quella sensazione “non ci ardeva forse il cuore nel petto quando lui ci spiegava le Scritture?”. Questo è un bel messaggio per noi pastori della chiesa, per i catechisti, per tutti i cristiani che vogliono annunciare il Vangelo: noi non dobbiamo convincere la gente, non dobbiamo dare chissà quali nozioni, quali conoscenze, non è la dottrina che cambia la vita, ma è questo scaldare il cuore.

Se attraverso di noi la parola di Gesù passa, chi la accoglie scalda il suo cuore. “Non ci ardeva forse il cuore nel petto?”: ecco il Signore si riconosce nel sacramento, nella Eucarestia, ma si incontra nel camminare accanto, nell’aprire il nostro cuore e nell’illuminare con la sua Parola il cuore dei nostri fratelli.