Seguici sui social

TESTIMONI DI UN DIO FAMIGLIA

TESTIMONI DI UN DIO FAMIGLIA, COMUNIONE DI AMORE

Solennità della Santissima Trinità

 

Nelle prime due domeniche dopo la grande festa della Pentecoste, all’inizio quindi del tempo ordinario dell’anno liturgico, la chiesa ci invita a contemplare due dei misteri più profondi della nostra fede: oggi quello della Trinità, un unico Dio in tre persone, e domenica prossima quello del Corpus Domini, della Eucarestia.

C’è un motivo ben preciso a questa scelta del calendario liturgico, perché proprio con al Pentecoste, con la discesa dello Spirito Santo, inizia questa terza e conclusiva fase della storia della salvezza, quella che ci porterà all’incontro finale con Dio al termine della nostra vita e della storia.

Una storia della salvezza nella quale Dio si è aperto, si è fatto conoscere, una storia antica cominciata con la prima grande lettera scritta da Dio all’umanità che è stata la creazione del mondo, una lettera che ha suscitato una ricerca di Dio in tutta l’umanità in tutti i tempi della storia, facendo nascere anche religioni molto belle, molto profonde nella loro spiritualità.

Una storia che ha avuto un passaggio decisivo nella nascita di Gesù, nel si di Maria, e questo Gesù Parola fatta carne che entra nella vita, che si incontra, che ti guarda negli occhi, e che poi lascia la terra nella Ascensione promettendo una presenza fino alla fine del mondo. Questa terza presenza è lo Spirito, che rimane in noi, che ci accompagna fino alla fine della storia.

In questo tempo grande, iniziato nella storia 3400 anni fa nell’incontro di Dio con Abramo, Dio si è fatto conoscere e abbiamo potuto penetrare il mistero più profondo di Dio, come quello che celebriamo oggi: un unico Dio in tre persone.

Quali insegnamenti ci dà questa solennità della Santissima Trinità? Il primo: Dio non si raggiunge con l’intelligenza. Non importa essere menti particolari per arrivare a conoscerlo. Infatti se stiamo sul paino della logica e dell’intelligenza uno non è uguale a tre; quindi non è quella la strada che ci porta a conoscere Dio, non è qualcosa da scoprire con la testa, Dio si incontra con il cuore. La mattina di Pasqua lo riconoscono quando si sentono chiamare per nome, la sera di Pasqua quando spezza il pane della comunione a Emmaus. Dio si incontra con il cuore! Dio si incontra nella storia, nella vita, in quella storia che ce lo ha fatto conoscere e che continua a nasconderlo ed a rivelarlo. Quindi non si può pensare di essere così orgogliosi di arrivare a Dio con la nostra intelligenza, a Dio si arriva con il cuore e nella vita di ogni giorno.

E il secondo grande insegnamento di questa festa: nella Genesi si racconta nella parabola della creazione che Dio, dopo aver fatto questo bellissimo creato che è l’universo, ha fatto la creatura speciale, l’uomo e la donna, e li ha fatti a immagine e somiglianza sua.

Come possiamo essere somiglianti a Dio, che faccia ha il nostro Dio perché noi possiamo somigliare a Lui? Il nostro Dio non è solo, è una Famiglia Padre Figlio e Spirito. Il nostro Dio non è un solitario potentissimo nascosto chissà dove. Il nostro Dio è una comunione di amore, di un amore così grande che le tre persone spariscono nella unità di Dio. È come quando celebriamo il sacramento del matrimonio, quando diciamo che l’uomo e la donna che si sposano nel sacramento diventano una sola carne. Dio è amore che unisce.

Allora se noi vogliamo essere somiglianti a Dio dobbiamo essere relazione, apertura agli altri. Se la nostra comunità parrocchiale, la nostra chiesa vuole essere segno di Dio nella storia, deve essere una esperienza di fraternità, di comunione, di accoglienza, non di muri rigidi, non di steccati, non di esclusioni o di scomuniche, ma una comunità che ti accoglie, che ti abbraccia, che accoglie le tue debolezze e condivide le tue gioie.

Il nostro Dio, quello a cui noi dobbiamo assomigliare, è un Dio Famiglia, è un Dio Comunione. Ecco è davvero un bel dono questa festa della Santissima Trinità. Ci dice che Dio lo si incontra con il cuore e nella storia di ogni giorno e ci dice che Dio lo si testimonia nel mondo vivendo amore, comunione, tenerezza, compassione, e vivendo un abbraccio che raccoglie tutti gli uomini e le donne del nostro tempo.

Il Signore ci renda così gioiosi testimoni. San Paolo inizia la seconda lettura “Siate gioiosi”: la gioia è il modo più bello che abbiamo per dimostrare che siamo discepoli di Gesù e che ci sforziamo ogni giorno di vivere secondo la sua Parola.